Se dovessi immaginare una storia affascinante e avvincente da raccontare, una di quelle che mi emozionano e che mi piace condividere con voi, la immaginerei proprio così.
Immaginerei una giovane donna appassionata con molti sogni e speranze, una laurea in lettere e anni trascorsi nella mia amata Parigi, quella ville lumière che tanto offre a chi sa cogliere le opportunità e fa delle opportunità virtù.
L’incontro con Antonia Rossi avviene in una calda e umida mattina di inizio estate, un’anima bella, lei sorridente e minuta, con due occhi ridenti ed espressivi, mi racconta di non saper ricamare e ricama, mi racconta di non saper cucire, eccome se cuce, mi dice di non sapere di lavorare ma piuttosto di placare un bisogno, ma poco importa, perché non appena vedrete le creazioni di Antonia, capirete che è nata per donare emozioni con piccole gioie perfette nella loro perfetta imperfezione.

Una collaborazione importante con Miller et Bertaux che le permette di respirare quell’aria di una certa Parigi misteriosa e retro, quella sapienza nell’arte dell’alta sartoria, sobria e raffinata arte che viene condivisa con un entourage eletto e fortunato.
Affamata di imparare quante più nozioni possibili, Antonia non sa nemmeno perché, lei che ha studiato per tutt’altra carriera, sente il bisogno di cucire piccole lembi, parole ritagliate, i poèmes mobiles, crea piccole poesie da indossare senza sapere cosa sta facendo, almeno così dice lei; il suo bisogno è un bisogno che nasce da ricordi impressi nell’anima e nella memoria, una storia di famiglia, di una terra, l’Abruzzo, ricca di tradizioni e talvolta di superstizione, un retaggio che si porta dietro dall’infanzia, con il ricordo della nonna che ricamava e collezionava materiali preziosi e la mamma che cuciva e cuciva…
Antonia è combattuta dalla voglia di partire e rimanere, di cucire e ritagliare parole, di testimoniare la sua arte attraverso un’arte muta, un’arte che scandisce il tempo impresso nella sua memoria, come una musica immaginaria e dolce, come un mantra che riecheggia nella sua mente e che guida l’ago mentre entra ed esce dai tessuti che avidamente colleziona e ricerca, e tra passato e futuro, Antonia tesse fili preziosi e selezionatissimi, perché ogni creazione risulti unica e speciale.
Le creazioni di Antomoon hanno una grande personalità, sono fortemente identificative pur essendo tutte una diversa dall’altra, potrei riconoscerle ovunque, poiché la sua mano, il suo tratto delicato e geniale è ben riconoscibile, così come riconoscibili sono le copie che stanno contaminando il mercato.
Gioielli emozionali, dall’anima vintage e poetica, un viaggio immaginario nel mondo di chi contribuisce in piccola parte a dare vita alle creazioni di Antomoon con un piccolo lembo di stoffa, un ciondolo o una perlina.
Antonia Rossi
è appassionata e mi trasmette tutto il suo amore per un’arte antica e moderna, la giornata è volata, l’accompagno in stazione e mi ritrovo a sorridere ai passanti mentre rincaso e penso a quanto talento e bellezza riempiono la mia vita, io e Antonia abbiamo tanto in comune: anche io lavoro e non so di lavorare.
Se cercate le creazioni speciali di Antomoon le trovate in vendita in luoghi altrettanto speciali, come ad esempio in due luoghi che definirei l’essenza del mio lavoro, l’atelier Verdelilla a Torino, che essendo mio seguace su Instagram me l’ha fatta scoprire diversi mesi fa e dove ho acquistato la mia prima collana di una lunga serie, e da Cappelleria Trentini, storico atelier bolognese che tra passato e futuro propone una selezione ricercata di marchi tra sogno e realtà… per molti, ma non per tutti.
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photocredits Antonia Rossi – Antomoon
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