Di Blogger Influencer, giornalisti, giornalai e i follower comprati

“Ma tu che lavoro fai  mamma?” Una delle  domande che mio figlio mi rivolgeva  5 anni fa.

“Hai chiuso quel blog”?  Domanda che come un mantra  mio marito recitava ogni giorno   nei primi 3  mesi dall’apertura del blog( domanda  nella quale vi invito a leggere il tono dispregiativo).

Ma dopo 3 mesi dall’apertura, “quel  blog” entrò in tutte le più autorevoli classifiche dei blog più seguiti.

Sono trascorsi 5 anni  e forse sapete poco  di me e del mio lavoro.
Non sono una fashion blogger canonica, anche se il mio blog risulta essere classificato in tale categoria, sono cool  hunter,  jewelry blogger e direttore creativo per due aziende produttrici di gioielli. ( cosa fa un direttore creativo? ve lo spiego la prossima volta, vi anticipo solo che  tra le tante cose, studia le  nuove tendenze  e le trasforma in collezioni).

E’ tempo di fare un po’ di chiarezza, mi ha dato lo spunto un cliente  (che ringrazio)  ho fatto una chiacchierata su questo mondo in costante  e veloce cambiamento.

Blogger – Influencer – Giornalisti

Il 29 settembre del 2009 tutto ha inizio, data in cui il brand  Dolce & Gabbana decide di ammettere in prima fila  i blogger influencer, provocando l’ira funesta di sedicenti giornalisti e di  giornalai
( perché ammettiamolo, talvolta essere iscritti ad un albo professionale  non fa di un giornalista un serio professionista, così come in tutti i settori).

Lesa maestà? Forse, ma da quel giorno noi  blogger influencer siamo invitati ovunque, sediamo addirittura  ( addirittura secondo giornalisti e giornalai) alla stessa tavola, abbiamo gli stessi  vip pass, mangiamo alle loro vip lounge, sacrilegio?

Ma andiamo con ordine:
Chi sono gli influencer? 
Sono personaggi che si svegliano un mattino e che decidono di aprire un profilo social?
Talvolta sì talvolta no.
Ma vi rimando ad un  paio di articoli veloci  da leggere e molto chiari che scrissi tempo fa per fare luce su un mondo a molti sconosciuto:

http://www.tuttepazzeperibijoux.it2013/11/comne-nascono-le-tendenze-moda-cool.html#.WEiGeBSmqgY

http://www.tuttepazzeperibijoux.it2014/05/linfluenza-dei-blogger-sul-consumatore.html#more

Gli influencer  “dovrebbero” avere un seguito tale da essere in grado di smuovere le masse grazie al loro contributo sul web,  allo storytelling e per questo avere contratti  importanti con aziende, ma in questo caso tutto è il contrario di tutto, perché bisogna imparare a riconoscere i veri  influencer da  quelli tarocchi.

E in questi sette anni la polemica tra giornalisti e blogger influencer non si è certo placata.
Perché? forse perché il blogger spesso ( non sempre, come per il discorso giornalista serio professionista e giornalaio)  ha una conoscenza della materia di cui scrive, frutto di un’autentica passione, e forse perché non fa pura informazione, ma ricerca, sviluppando in questo modo un rapporto molto forte con il proprio lettore, che come dice la ricerca di Mimesi, diventa di assoluta fiducia, tanto da essere preponderante nel momento in cui l’acquirente finale deve fare un acquisto e non si affida alla pubblicità sulla carta stampata, ma si rivolge al suo blogger influencer di riferimento, di cui sa di potersi fidare, e visto che è un esperto in materia, saprà consigliarlo al meglio… eh già la passione fa miracoli!

Ma torniamo alla guerra che i giornalisti hanno dichiarato agli influencer

Chi è causa del suo mal pianga se stesso.. l’editoria è in crisi, il web è il futuro e non lo dico io ma lo dicono studi e ricerche presentate in università, lo dicono gli studenti che preparano tesi di laurea su noi blogger influencer, lo dice Il Sole 24 ore quando chiede alla sottoscritta jewelry blogger di incontrare 27  studenti del Master in comunicazione per parlare di  comunicazione e del  blog Tuttepazzeperibijoux. (gennaio 2016)

Oggi si deve parlare di un  fenomeno sempre più ricorrente,  ovvero la pratica di acquisto di pacchetti di follower sui social,  da parte di molti sedicenti influencer, tali pacchetti sono disponibili per poche decine di euro, gettando  così parecchio fumo negli occhi e parecchia disinformazione.

Avete mai notato pagine su Facebook con decine di migliaia di followers ma a condivisioni 0, commenti 0, o commenti comprati?
( arabi, polacchi, peruviani, egiziani, australiani e di ogni parte del globo?)
Oggi sono tanti i giovani che aprono profili social, acquistano decine di migliaia di fan o follower, si presentano alle aziende  con il ruolo di influencer conquistato dalla sera alla mattina  e queste gli affidano collaborazioni importanti, salvo poi scoprire sei mesi dopo di aver speso male il proprio budget.

Un’azienda che desidera promuovere il proprio prodotto a chi si deve rivolgere?
A influencer che hanno migliaia di followers o incluencer che hanno un discreto seguito ma  reale e pertanto  sono in grado di far muovere davvero il business grazie alla loro comunicazione ?

Posso solo dire che ci sono diversi strumenti che vengono in aiuto di chi cerca un influencer reale che possa dargli una mano ad incrementare popolarità e vendite.

Come si calcola il valore di un influencer?

Potete rivolgervi alle agenzie di data analytics che vi insegneranno che la prima cosa da fare è non guardare solo il numero dei follower (  il sito socialblade, autorevole e utilizzato da molte aziende vi può  aiutare a smascherarli) ma l’engagement di un influencer, ovvero  la capacità di coinvolgere con commenti, like, condivisioni  e  qualità dei contenuti dei  post prodotti sul proprio blog, ma anche al  proprio posizionamento analizzato dai motori di ricerca.


A tutte queste analisi, si aggiunge il lavoro di keywords, di posizionamento, di risultati in base a ricerche mirate in diversi settori, questi sono dati che non si possono fortunatamente truccare e che possono dirla lunga sul peso di un blogger influencer, e la prossima volta che parlerete con un amico che vi dice quanto la sa lunga sugli influencer, fategli capire che il valore di un  influencer  non è dato solo  dal numero di follower ( comprati), ma dalla sua autorevolezza e da tanti altri fattori.

Esempio, il mio è un blog di nicchia, specifico sui gioielli, cercate in rete un marchio che ho recensito io e che hanno recensito altri blog o testate giornalistiche, Tuttepazzeperibijoux uscirà sempre ai primi posti nei motori di ricerca,  anche prima delle testate giornalistiche, non pensate che questo sia sufficientemente indicativo? Se hai un brand di gioielli, non devi lasciarti abbagliare da  quanti like ha la blogger di turno che si fa fotografare su un marciapiede con look  alquanto improbabili purché se ne parli, ma dovrai cercare sui motori di ricerca come è posizionato quel blog, quali contenuti produce, se è autorevole o non lo è, e google non perdona, ma soprattutto non lo puoi fregare come con l’acquisto di pacchetti di fan… ma alla fine una cosa conta: capire da chi si vuole essere rappresentati, se dal modello tronista/velina o professionista competente.

 Qualche tempo fa la  giornalista Paola Corazza di Donna Moderna, mi ha contattata perché cercava  una influencer  che esprimesse la sua opinione sul tanto controverso earcuff, mi disse di avermi trovata in rete, poiché alla voce gioielli/ bijoux/ usciva sempre Tuttepazzeperibijoux  ai primi posti, così incuriosita, approfondì il mio lavoro, colpita mi contattò  e mi chiese di  poter riportare la mia opinione  di influencer nel suo servizio.

La morale? Essere famosi sui social   è come essere ricchi a Monopoli.
Verificate sempre l’engagement del vostro influencer, verificate sempre cosa sta facendo, con chi sta lavorando e che risultati  sta portando.


diffidate degli pseudo influencer che oggi hanno 200 seguaci e il giorno dopo 20.000

E vi lascio alla lettura di un post ancora molto consultato: Meglio uno spot o un post?
Non è questione di una lettera messa qua o là.

http://www.tuttepazzeperibijoux.it2012/08/meglio-uno-spot-o-un-post.html#.WEiNAhSmqgZ

( Istituto di ricerca Mimesi, università degli studi di Milano Po.li.mi)

tutti i diritti riservati
Maria Elena Capelli
Tuttepazzeperibijoux
© copyright 2016

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