Arte e bellezza, ispirazioni.

La Conversione di san Paolo
olio su tavola di cipresso, realizzato tra il 1600 e il 1601 dal pittore Caravaggio, Michelangelo Merisi da Caravaggio nel periodo barocco.

Ho la sindrome di Stendhal, probabilmente lieve perché non sono ancora svenuta di fronte alla bellezza, ma mi capita di avere nausea, capogiri, tachicardia, confusione, eccitazione, si, la prima volta mi è capitato al museo Picasso a Barcellona, e ancora di fronte alle opere di Caravaggio, all’arte contemporanea, alla bellezza estrema, ma si può parlare di sindrome di Stendhal anche nel campo del gioiello, che è un’altra forma d’arte molto coinvolgente , una volta mi capitava molto spesso, ora no purtroppo, segno evidente di una crisi di idee che imperversa, così come imperversano le copie delle copie delle copie delle copie delle copie … non si capisce più chi copia chi, il perché invece è sempre uno solo: vendere, il suo denaro fa dimenticare a molto ogni forma di decenza, valori ed etica.

Non dimentichiamoci che sono perfettamente conscia del fatto che ispirazione e copia sono cose ben diverse tra loro.
L’ispirazione è ovunque, chi ha talento interpreta a modo proprio e aggiunge bellezza alla bellezza già esistente, questo è il talento.

Oggi la maggior parte dei brand non pensano a cosa poter proporre di originale e proprio , ma propongono copie.
È avvilente per chi fa il
Jewel design curator , è svilente per chi copia, insomma mi capita sempre più raramente di avere vertigini o capogiri … ma quando accade, e per fortuna ancora accade, ne sono così felice !

Ma che cosa è la sindrome di Stendhal ?

Il nome di Sindrome di Stendhal, utilizzato per indicare affezioni psicosomatiche che si scatenano quando si osservano opere d’arte di particolare bellezza, deriva dall’esperienza descritta dall’omonimo scrittore francese durante la sua visita alla Basilica di Santa Croce a Firenze. Non a caso, questa sindrome è anche nota con il nome di sindrome di Firenze.

L’origine del nome di sindrome di Stendhal fu attribuito al disturbo in questione da Graziella Magherini – che per la prima volta lo descrisse in termini scientifici in un libro che pubblicò nel 1989 dopo aver soccorso, presso l’ospedale di Firenze centinaia di turisti stranieri arrivati in preda ad agitazione, disturbi dell’umore, disturbi del pensiero e/o disturbi di panico manifestatisi durante le visite ai luoghi d’arte della città.

 

Non vi è mai capitato di avvertire questi sintomi in un museo o di fronte all’arte e alla bellezza ?

Scrivetemi nei commenti le vostre esperienze e opinioni.

 

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